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IN ABSENTIA

"La performance non è un'illusionistica copia della realtà, nè la sua imitazione. Non è una serie di convenzioni accettate come un gioco di ruolo, recitato in una separata realtà teatrale. L'attore non recita, imita o pretende. 

Egli è se stesso."

Jerzy Grotowski

IN ABSENTIA deriva da una suggestione, da un'intensa vibrazione che una particolare immagine delle prove di 'Apocalypsis cum Figuris (1967) ha scatenato  in noi. L'intento era quello di porre al centro dell'azione un lenzuolo, che rappresentasse una perdita personale. Così come diceva Grotowski, abbiamo cercato quindi di utilizzare un unico oggetto con cui poter creare un legame affettivo, in cui rivedere una persona scomparsa, e di conseguenza farne un uso più forte, concentrando su di esso l'attenzione. Il candido oggetto diventa quindi un mezzo attraverso cui la protagonista ricorda la persona amta, come se questo quasi la rendesse ancora viva e capace di ricevere attenzioni. Una serie di situazioni presentano la relazione tra donna e oggetto,  evidenziano la sofferenza della prima che sembra continuare a ignorare l'inconsistenza del suo affetto per il lenzuolo. Essa si consola abbracciandolo  e cullandolo come un essere vivente, fino a cadere in contraddizioni tanto grande è il suo amore: tenta infatti di ripulirlo e scrollarlo da un semplice bicchiere d'acqua. Il suo è un viaggio alla scoperta della perdita e della mancanza che troverà una conclusione solo a contatto con la natura (la stessa natura che l'ha separata dal suo amante) e in particolare con l'alito di vento tra gli alberi, metafora della palpabile presenza, dentro e fuori di noi, di chi abbiamo perso, e possiamo sempre ritrovare.

IN ABSENTIA al Salone del Mobile 2017, attraverso Progetto Oikos

(Accademia di Belle Arti di Brera)

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